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Conclusione # one week later

In Brasile la chiamano "Saudade", nostalgia, forse solo adesso posso capire chiaramente di cosa parlano.
Ho trascorso cinquantacinque giorni in America Latina, ho visitato ben otto paesi differenti per cultura e tradizioni, ho conosciuto in tutti delle persone fantastiche che porto nel cuore, i miei occhi hanno visto luoghi meravigliosi che auguro a tutti di poter vedere almeno una volta nella vita, ho camminato tanto, ho provato emozioni forti e uniche, alcune impossibili da dimenticare.
Ebbene si, nonostante la stanchezza accumulata in due mesi da mochilleros, oramai abituato a quella atmosfera di gioia e calore umano che si respira nell'aria mentre cammini per la strada, l'idea di tornare in Europa e atterrare a Frankfurt o in qualsiasi altra città, magari in inverno, con la gente presa dalla sua vita e dal suo lavoro, che va avanti per la propria strada senza neanche degnarti di uno sguardo o di un sorriso, un po di malinconia te la mette addosso, indubbiamente.
Ora sono a casa da una settimana, l'avventura si è conclusa nel migliore dei modi e voglio provare ad analizzare e descrivere le principali e sostanziali differenze tra quello che ho visto e quello a cui sono abituato.
Partiamo dal discorso sicurezza.
Terrorizzato da tutto quello che avevo sentito e che si usa dire qui da noi: "...stai attento, lì è pericoloso, là la vita non vale niente, etc...", sono arrivato in Brasile pieno di pregiudizi che sono stati totalmente spazzati via da quello che ho visto e vissuto in prima persona, ovviamente devi prendere le tue precauzioni e fidarti delle tue sensazioni, se un posto non ti piace vai via, ma non è poi più pericoloso che girare in una qualsiasi altra parte del pianeta.
Discorso a parte quando prendi un autobus o un van perché spesso gli autisti sono degli autentici folli, ma lì tu puoi fare ben poco, solo allacciarti la cintura di sicurezza, quando c'è, e incrociare le dita.
Altro punto su cui mi voglio focalizzare per darvi un idea migliore del Sud America è il profondo rapporto che ha questo popolo con la musica.
Completamente diverso da quello a cui siamo abituati in Europa.
La musica è presente in qualsiasi momento della giornata, potrai facilmente decidere quale sarà la colonna sonora del tuo viaggio perché la sentirai continuamente dalle innumerevoli bancarelle per strada, dai negozi, anche quelli non di musica come ad esempio un concessionario di moto, tutti hanno una bella cassa sul marciapiede che suona musica latina, la senti dalle macchine che passano per la via, dalle finestre aperte delle case mentre le signore puliscono le loro abitazioni, praticamente ovunque.
Detto questo, un'altra componente strettamente legata alla musica e parte del DNA dei sudamericani è il ballo. Tutti sanno ballare e ballano appena possono. La differenza principale consiste nel tipo di ballo, tutte le canzoni parlano di amore o di sesso, la musica si balla in coppia e il ballo risulta sempre molto elegante e sensuale. Potrei parlarvi di Samba, Tango o Salsa, ma in tutti è sempre la coppia la principale protagonista, indipendentemente dalla bravura degli interpreti.
Altro fattore a cui non ero preparato e che ho patito notevolmente è stato il clima, che mi aspettavo freddo, questo si, è comunque inverno anche lì, ma non così intenso.  Tra i paesi più freddi classifico la Bolivia al primo posto, con l'attenuante che è situata ad altitudini veramente impressionanti, al secondo l'Uruguay, a Montevideo il vento soffiava talmente forte da impedirti quasi di camminare, ed infine l'Argentina, anche se non abbiamo visto la Patagonia, che le avrebbe quasi sicuramente fatto ottenere il primato in questa speciale classifica.  Freddo intenso anche a Florianopolis, in Brasile, dove la notte dovevi coprirti per bene e, inaspettatamente, anche al confine tra Ecuador e Colombia, dove mi sarei aspettato di arrivare in pantaloncini corti ed invece mi sono dovuto ricredere.
Iniziamo a vedere gli aspetti che più assomigliano o ricordano la nostra cultura o il nostro modo di vivere.
La religione occupa un aspetto fondamentale nella vita dei sudamericani, ma essendo italiano e quindi fortemente influenzato dalla cultura cattolica, la differenza è alla fine limitata. Altro aspetto simile è l'importanza attribuita alla famiglia, cosa che spicca sopratutto in Brasile, Uruguay, Perù e Colombia dove i figli restano a casa con i genitori fino a tarda età; discorso diverso per la Bolivia che, data l'estrema povertà della nazione, i figli sono una risorsa e garantiscono una maggiore forza lavoro e quindi di guadagno.
Incredibile il rapporto che hanno i latini con lo sport, sopratutto con il calcio, sport praticato in tutto il continente con passione dove, se da noi i tifosi vengono definiti "caldi", dovreste vedere una partita in Sud America. Io ho avuto il piacere di guardare la finale del mondiale insieme agli argentini e ne sono rimasto sconvolto, sono completamente locos, saltano e cantano con un entusiasmo ed un calore di cui noi non siamo capaci. Vedere una partita in uno stadio di Lima ha rafforzato questa convinzione, mi sono divertito molto, ma il calcio da quelle parti non è solo uno sport, è qualcosa di più, di politico, di sociale, di qualcosa che noi europei non riusciremo mai ad intendere.
Passando ad aspetti negativi, a parte l'eccessivo uso di carne nella cucina, è tutta la rete fognaria del continente ad essere obsoleta, in bagno, una volta dopo aver fatto tutto il necessario, la carta igienica non viene buttata insieme a tutto il resto ma buttata in appositi cestini, cosa alquanto strana e disgustosa, con il rischio, se non ti attieni alla procedura, di intasare il tutto con pessime conseguenze.
Problema che si è verificato a Buenos Aires e diverse altre volte in giro.
Dopo questa imprescindibile parentesi vi racconterò invece quale è stata la cosa che più mi ha colpito di tutto il viaggio: le persone!
Emanano un calore, un'allegria, una vitalità e un'energia positiva del tutto sconosciuta in Europa, sono aperti e socievoli, per la strada si parla e si ride senza fatica e tutti sono molto disponibili e disposti ad aiutarti. Questo credo sia la differenza maggiore, quella più grande tra il loro modo di vivere e il nostro.
Tirando le somme, ho speso poco di più rispetto al budget che avevo preventivato, arrivando ad una spesa media di circa € 40.00 al giorno. Uno degli aspetti che non avevo calcolato bene erano le distanze, immense, infinite, e con loro i costi dei trasporti che alla fine hanno determinato la spesa totale.
Ho realizzato il sogno di vedere sette meraviglie del mondo su sette, per questo devo ringraziare diverse persone.
Prima di tutto un grazie particolare a Lei che, anche se distanti e con molte ore di fuso orario, è rimasta con me per tutto il viaggio e che ogni singolo giorno è fonte di preziosa e profonda ispirazione. Il suo credere in me senza riserve mi ha portato in fondo a questa magnifica esperienza facendomi riscoprire una parte di me forse troppo nascosta dalla polvere in questi anni di transizione. Spero di non deluderti mai.
Un ringraziamento speciale alla mia famiglia che ha reso materialmente possibile concludere questa avventura, forse non lo sanno ma sono convinto che viaggiare faccia parte della crescita culturale di ogni individuo e li ringrazio dal profondo per avermi dato questa possibilità.
Concedetemi uno spazio per i miei compagni di avventura, dei ragazzi favolosi con cui ho condiviso esperienze ed emozioni indimenticabili e che quotidianamente mi ricordano il significato vero della parola amicizia.
Infine vorrei ringraziare tutti gli amici, vecchi e nuovi, e tutti quelli che mi hanno seguito in questi mesi sul blog a cui spero di aver fatto divertire, sognare e, perché no, anche emozionare con le mie parole e le mie avventure.
Ora sono finalmente pronto per trovare la mia strada e seguirla fino in fondo ovunque essa mi porti, sempre con uno zaino sulle spalle.

Grazie

MarChito


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