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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Conclusione # one week later

In Brasile la chiamano " Saudade" , nostalgia, forse solo adesso posso capire chiaramente di cosa parlano. Ho trascorso cinquantacinque giorni in America Latina, ho visitato ben otto paesi differenti per cultura e tradizioni, ho conosciuto in tutti delle persone fantastiche che porto nel cuore, i miei occhi hanno visto luoghi meravigliosi che auguro a tutti di poter vedere almeno una volta nella vita, ho camminato tanto, ho provato emozioni forti e uniche, alcune impossibili da dimenticare. Ebbene si, nonostante la stanchezza accumulata in due mesi da mochilleros, oramai   abituato a quella atmosfera di gioia e calore umano che si respira nell'aria mentre cammini per la strada, l'idea di tornare in Europa e atterrare a Frankfurt o in qualsiasi altra città, magari in inverno, con la gente presa dalla sua vita e dal suo lavoro, che va avanti per la propria strada senza neanche degnarti di uno sguardo o di un sorriso, un po di malinconia te la mette addosso, indubbiame

Ecuador - Colombia: day #46 - 55

Dopo un altro infinito viaggio in autobus, un'altra dogana attraversata ed un nuovo timbro sul passaporto possiamo finalmente mettere piede nella capitale della, come ci piace chiamarla, Repubblica delle Banane: l'Ecuador. Non so se ci avete mai fatto caso, ma quando vado a fare la spesa nella mia città tutte le banane arrivano dall'Ecuador, non ho mai capito bene il motivo, ma adesso che sono qui voglio proprio provare l'originale. A differenza di quanto pensavo inizialmente a Quito, che si trova sulla linea dell'Equatore, non fa propriamente caldo, anzi, sarà per l'altitudine, ma ci ritroviamo a dover uscire con la felpa. Un'altra curiosità che mi ha lasciato perplesso è che in Equador non esiste una moneta nazionale propria, faccio un esempio, se volete comprare delle banane, una cosa a caso, vi ritroverete a dover pagare con dollari americani, la valuta vigente. A prima vista la città non mi ha particolarmente entusiasmato, ma è anche vero che abbiam

Perú: day #34 - 45

Lasciamo le meravigliose sponde del lago Titicaca  verso sera per spostarci in Perù, culla della civiltà Inca, terra di tradizioni e cultura, buona cucina e nuovi amici. Siamo sempre più vicini alla realizzazione di un sogno tenuto troppo a lungo in un cassetto e che ora sta per vedere la luce. Arriviamo ad Arequipa, la seconda città più grande dello stato, di buon mattino, il sole si riflette nel bianco degli edifici, bandierine bianche e rosse sventolano festose nel cielo mentre nell'aria si avverte una crescente sensazione di vivacità e fermento, come se qualcosa di importante dovesse accadere da un momento all'altro. Passeggiamo distratti per il centro aspettando di incontrare Matia, il francese loco, un volontario Fifa che i ragazzi hanno conosciuto durante il mondiale e che si è fermato in Perù ad aspettare il nostro arrivo. Al momento siamo in cinque, ma per avere lo squadrone al completo per la scalata al Machu Picchu manca ancora un ultimo elemento che ci raggiungerà